Articolo scritto per il mensile Vivere sostenibile, pubblicato nel numero di marzo 2016 –
Conoscere le erbe selvatiche per nome dà un forte senso di appartenenza e allo stesso tempo di libertà.
E’ arrivata la primavera, possiamo insieme cominciare a conoscerle una ad una, e man mano che entriamo in confidenza con esse potrebbe anche accadere la magia di divenir un po’ più selvatici noi stessi.. cominciamo con le più semplici .
Tutti conosciamo madama ORTICA: è il miglior ricostituente che Madre Natura abbia messo a nostra disposizione. Dona forza e coraggio. Vi assicuro che è un’ottima compagna in cucina, golosa in molteplici preparazioni, dalle tagliatelle ai ripieni di erbazzoni.
E chi non ha memoria del dolcissimo PISCIALETTO? Le sue foglie son dette “dente di leone”. Erba dalle molteplici virtù: scottata o in misticanza, i suoi boccioli in insalata o in agro come i capperi, i fiori crudi o cotti in pastella o in sciroppo, gli steli dei fiori come cannucce divertenti per bambini, i soffioni per sparger semi e sogni nell’aria. Reperibile praticamente tutto l’anno!
Fatevi amica la grande BORRAGINE detta la “pianta del buon umore”. I suoi fiori blu aggiunti alle insalate donano “letizia alle menti”. Ottima per condire un risotto o per preparare ravioli o torte salate.
Se poi amate le cime di rapa dovete assolutissimamente conoscere la SENAPE SELVATICA. Le sue foglie giovani si usano nelle minestre e come verdura cotta condita con buon olio evo e/o succo di limone oppure con aglio e peperoncino rosso. Si può utilizzare anche per preparare cecine, ripieni e frittate. Io la uso per condire la pasta, ma attenzione è una pianta fortemente allergenica.
Ce ne sono tante altre, tutte importanti, tutte buonissime. Come la malva, il farinello, la barba di becco, la bardana, il cardo mariano, la crepis, il crescione, l’erisimo, la piantaggine che mai manca nel mio cestino, la portulaca, la primula, le viole, lo striccapugn o la patacchina, il raperonzolo, il rosolaccio, la silene, il topinambur, la valerianella, l’acetosa, l’achillea, l’aglio orsino, l’alliaria, il gallium, la carota selvatica, la malva, il meliloto, le pratoline, la melissa, le molteplici mente e mentastri, la nepetella che fa innamorare, la rughetta e il timo serpillo, l’iperico e il tasso barbasso… e tante altre. Passeggiando con cesto e roncolina alla mano le conosceremo tutte!!
Selvatici si nasce, ma credo che un po’ anche lo si diventa! EvViva la Vita! evViva noi! Sperimentate sempre e abbiate cura di voi. Un abbraccio di vero cuore dall’Erbana, autrice di “L’Erbana una selvatica in cucina”
Articolo scritto dall’Erbana per il mensile Vivere Sostenibile del mese di marzo 2016