Andare a spasso per noi bolognesi significa andare in giro a camminare per svagarsi.
Così, a Bologna, si usa andare a spasso percorrendo le “vasche” del centro, ovvero guardando le vetrine di Via Indipendenza, Ugo Bassi o Rizzoli sotto alle due Torri, come si va a spasso zigzagando per le viuzze del quadrilatero che ad ogni svolta svelano angoli meravigliosi di storia.
Quando invece lo svago richiede il contatto col Verde, ci si inoltra in qualche parco cittadino, e noi ne abbiamo davvero dei belli qui a Bologna, oppure si sale in macchina per una gita fuori porta.
I parchi cittadini li ho vissuti molto quando i miei figli erano piccoli; quanti pomeriggi ho trascorso ai Giardini Margherita, quante soste seduta sotto i grandi Cedri, e i pomeriggi trascorsi alla Lunetta Gamberini. Tante sono state le visite alla grande Sequoia che ora giace sdraiata a terra a Villa Mazzacurati, e tanti i momenti trascorsi inebriata dalla vista panoramica della città che si gode dal parco dei Gelsi in Murri alta.
Quando i parchi cittadini non mi bastavano più, ecco dirigermi a Parco Cavaioni, o a Villa Ghigi, o salire in auto e cercare nutrimento nella bellezza della Rocchetta Mattei, o nel silenzio del Lago di Suviana.
Se mi soffermo a pensare ai miei luoghi di fuga prossimi alla città, mi vedo percorrere i portici di San Luca, via principale per giungere al Colle della Guardia, per poter ammirare la mia amata Bologna dall’alto, o varcare il bel viale alberato di Parco Talon per ristorarmi nel suo lussureggiante verde.
Le mete prossime alla città sono molteplici, personalmente subisco il fascino della collina e della montagna, la pianura non ha mai attirato il mio sguardo se non in rarissime occasioni, vedi “Villa smeraldi” a Bentivoglio col suo Museo della storia contadina e il suo meraviglioso parco ricco di piante di bosso.
Crescendo, per anni, la mia meta preferita è stata rappresentata dal Parco del Corno alle Scale, l’ho percorso in lungo e in largo, amo le sue acque, i suoi baggioleti, le sue alture, le valli, i boschi, i suoi sassi.
Ho amato e amo tutt’ora il meraviglioso Dardagna che lì, scorrendo veloce, pare cantare, amo i monti della Riva, che accendono il mio cuore solo a pensarli, amo il Picco delle fate che si vede da Poggiolforato, Rocca Corneta piena di ricordi felici, il Lago di Pratignana, e amo i sentieri che lì si possono percorrere.
Ma, il Monte delle Formiche è stato sempre il mio rifugio, qui giungevo per cercar conforto dai problemi che chiedevano risoluzione, qui ho sempre cercato consiglio inoltrandomi nelle sue boscaglie, percorrendo i suoi sentieri o semplicemente sedendomi sugli scalini del santuario che sovrasta il Monte, e qui ora abito.
Ecco, che pur conoscendo le molteplici possibilità di cammino a Bologna e dintorni, e ne ho nominate solo una minima parte, è nella Val di Zena che voglio ora camminare, è il territorio attorno al mio amato Monte che voglio farvi conoscere, e i miei trekking si svolgeranno proprio qui.
Pronti a camminare con me? Vi aspetto.
Un basen dall’Erbana