Cammino vedo e sento se vado a passo lento, e ciò mi permette di entrare in sintonia con il respiro di Madre Terra quando cammino per prati e boschi .
Cammino ascoltando il mio passo che si posa sulla terra, annuso i profumi che si espandono intorno a me, godo dei colori che incontro e della frescura dei boschi, dei raggi del sole che tra le fronde creano giochi tra luci e ombre, ma anche del volo di una farfalla.
So che non vi sorprendo nel raccontarvi il mio stupore quando nell’ incrociare uno scarabeo stercorario intento a rotolare una palla di cacca, mi fermo affascinata ad osservarlo, e ne comprendo lo sforzo e la fatica, eppure in esso non si percepisce la benchè minima nota di stufisia o brontolio.
Attraverso il camminare cerco di creare una connessione con il Creato, visione molto panteistica certo, ma mi fa stare bene, in pace con me e col mondo.
Piante e fiori paiono chiamarmi, molti di essi attirano la mia attenzione, di alcuni conosco i nomi e le proprietà, di altri mi appunto di voler approfondire la conoscenza, con altri invece non andiamo per nulla d’accordo, prima fra tutte le Vitalbe, che non mi stanno per nulla simpatiche.
Sarà capitato anche a voi di camminare in un bosco e dovervi fermare all’improvviso senza capire perché, e nel ruotare lo sguardo scoprire di essere vicini ad un vecchio grande albero che silenziosamente ha attirato la vostra attenzione, e voi siete fermi lì ad ammirarlo e a chiedervi come mai avete sentito di dovervi fermare.. per fortuna da qualche anno c’è il professore Stefano Mancuso dell’Università di Firenze, che scrive su questi argomenti. Io per anni mi sono sentita un po’ folle a pensare ciò.
Finalmente ora si comincia anche a parlare dei terpeni che si respirano nei boschi, sono molecole rilasciate dagl’alberi, molecole che lavorano sul nostro sistema nervoso e contribuiscono al nostro benessere mentale. Ecco spiegata la silvoterapia in voga da anni, che parla del potere benefico degl’alberi, abbracciare gli alberi non è più una stranezza, è una cura ora dimostrata scientificamente da un’equipe di scienziati universitari. EvViva.
Molto spesso mi accorgo che nell’incontrare alcune piante lungo il mio cammino mi sento come quando incontro delle care vecchie amiche, provo piacere e gioia nel rivederle.
Ciò mi è chiaro soprattutto in primavera quando le piante risvegliandosi, si affacciano prima timidamente e poi sfacciatamente alla nuova bella stagione, è un vero e proprio ritrovarsi e far festa.
Ora che sono stabile sul mio bel Monte, al variare delle stagioni quando incontro le amiche piante, gioisco nel constatare che esse tornano, e tornano sempre ad ogni susseguirsi di stagione, come le rondini. Ciò rappresenta per me una certezza, la certezza della ciclicità.
Il porre attenzione al susseguirsi delle stagioni attraverso l’osservazione delle piante e delle erbe, mi rammenta l’abbondanza nutrendo l’anima mia con la bellezza, con i colori, e le svariate forme.
Andare a passo lento è un vero nutrimento, e con me non si corre, anzi, si impara a soffermarsi ad osservare anche ciò che fino a ieri abbiamo reputato una nullità. Per scoprire che anche un piccolo filo d’erba, in Natura e nel ciclo della Vita, ha la sua bella importanza.
Un giorno vi racconterò come camminando nei pressi del Dardagna ho smesso di fumare accompagnata dal flusso delle sue acque che parea un canto.
EvViva la Vita, evViva l’Erbana, buon cammino a tutti voi, un basen