Cose da sapere se volete andar per erbe.
Le erbe spontanee ci accompagnano attraverso un viaggio di scoperte incredibili.
Andare a erbe è un esperienza unica, saziante, saziente e di grande connessione con cielo e terra. E’ una tradizione che ci è stata tramandata dai nostri antenati e noi la insegniamo ale nuove generazioni. Attraverso la conoscenza delle erbe selvatiche è possibile accedere a mondi incontaminati e grandiosi.
Quando inizi a voler conoscere le erbe spontanee la prima grande scoperta è che non esiste l’erba, ma le erbe! In piccoli spazi verdi ristretti possono celarsi una miriade di creaturine diverse, e la bellezza è scoprire e riconoscere la ricchezza e l’abbondanza con cui Madre Natura fa vivo dono di Sé!
Le erbe più semplici da riconoscere sono: l’amica ortica, la romice, la bardana, la borraggine, la preziosa malva, il meraviglioso sambuco, le rose, la lavanda, e tante altre ce ne sono ancora.
Il maestro Libereso Guglielmi diceva che se ne impariamo a conoscere una pianta alla settimana, in un anno ne conosceremo 52. Grande Libereso, con semplicità ci hai lasciato un sapere immenso, grazie.
Alcune erbette selvatiche si prestano ad essere “addomesticate”, ovvero, è possibile coltivarle.
Per esempio, sul mio davanzale da sempre ho la compagnia della calendula e della borragine, amo godere dei loro meravigliosi colori e profumi, e gioire dell’ebbrezza dei piccoli insetti che volteggiano da un fiore all’altro, per poi coglierne i fiori da adoperare in cucina. Amo pensare che una volta ingeriti, i fiori mi trasmetteranno la bellezza del mondo di cui son portatori. Vi consiglio di fare essiccare una parte dei fiori che raccogliete, li avrete disponibili durante l’inverno quando la Natura riposa.
E’ utile imparare ad utilizzare fiori, erbe secche e germogli nelle nostre preparazioni in cucina, perchè ci aiuteranno a trascorrere meglio i rigori invernali!
La primavera ci rammenta l’abbondanza, e l’inverno ci ha insegnato quanto sia importante prestare attenzione al cibo.
Il cibo permette di sperimentare più gioia nella propria vita, e se alcuni cibi sostengono il nostro corpo, altri danno energia alla nostra mente, e altri ancora nutrono la nostra anima. Il consiglio è quello di assumere quanti più cibi vitali possibili per poter vivere in salute.
Negl’anni ho imparato l’importanza di chiedermi,quando vado a fare la spesa, se quel cibo possiede ancora vitalità o se è semplicemente un cibo vuoto. Questa pratica fa sì che il mio carrello si riempia solo di cose utili e vitali. È necessario consumare frutta e verdura freschi, non ossidati, colti da poco tempo e cucinati in tempi brevi.
Ecco che ho imparato ad equilibrare i miei pasti con cereali in chicco, legumi ben cotti, con una crema morbida e calda d’inverno, e un’insalatona croccante e dissetante in primavera, impreziosita fa fiori ed erbette selvatiche. VErdure, un cereale, un legume e un dolce poco dolce, questo è il mio modo di costruire un pasto. E grande importanza la riveste l’ acqua.
L’acqua sulla mia tavola è di sorgente, vado a riempire le bottiglie alla fonte io stessa, così da poter godete del piacere di stare insieme alle persone che amo, avvolta dai luoghi che mi fanno sentire viva. Stessa cosa dicasi mentre consumo un pasto, amo mangiare sola e assaporare ogni boccone, ma amo anche condividere i miei pasti in buona compagnia con persone che mi fanno stare bene.
Il cibo non passa solo attraverso i nostri corpi, ma li costituisce, e i nutrienti formano il nostro carattere e le emozioni con le quali compriamo, cuciniamo e consumiamo i cibi incide sulla nostra luce interiore.
Il cibo e tutto ciò che lo riguarda può renderci migliori, più saggi e soprattutto più sani!!!
È giunto il momento di riappropriarci di un’antica saggezza riguardanti l’uso delle erbe spontanne. Un tempo questa saggezza era custodita dalle donne, era una saggezza popolare, oggi la stiamo riscattando e ci rendiamo conto che essa può darci la possibilità di nutrirci, di curarci, e di adoperarle per ogni cosa.
Finalmente, stiamo rivalutando i molteplici usi che si son fatti nei secoli con le amiche erbe. Si utilizzavano non solo come cibo o rimedio medicamentoso, ma anche per tingere, per costruire utensili da lavoro o per la casa, per gli animali, per i riti sacri, per profumare, per comunicare..
Ora, come a voler recuperare il tempo perduto, andiamo in raccolta di quelle piante spontanee che fino a ieri abbiamo ritenuto erbacce infestanti, per scoprire che possono essere amiche preziose dal sapore unico, utili non solo in cucina. I profumi e i sapori delle piante selvatiche non hanno eguali, li possiamo abbinare alle verdure, ai cereali, ai legumi e donare così un gusto speciale ai nostri piatti.
Un ampia bibliografia mostra come le erbe siano sempre state amiche preziose per noi esseri umani. Difatti le erbe rappresentano una grossa fetta del nostro bagaglio culturale. Elementi preziosi, trade d’union tra natura e cultura, tra mestieri e antiche conoscenze, tradizione e modernità.
Le erbe selvatiche sono generose in fatto di energie, di proprietà nutritive, vitamine e minerali. Con loro non abbiamo nulla da temere, ci sono sempre e più forti che mai. Crescono avvolte dal manto di Padre sole e di Madre luna, osservate bene i luoghi in cui andare in raccolta, perché spesso le “erbette” ripuliscono la terra e l’ambiente da ciò che per noi potrebbe esser nocivo.. e poi, parlando di erbe, non possiamo dimenticare che alcune possono rivelarsi nocive per noi esseri umani.
Quindi “armatevi” di cestino e coltellino e preparate la vostra passeggiata alla ricerca delle buone erbette, però prima vi consiglio vivamente di farvi un’idea precisa su quali sono le piante da evitare e da non raccogliere mai! I principi attivi che le piante producono, hanno un’azione sul nostro organismo, che dipende dalla quantità usata.
Quindi, in pratica, non si può definire una sostanza benefica o tossica in modo assoluto. In molte di esse sono contenuti dei principi attivi che agiscono in minime quantità e che se assunte hanno un’azione tossica. Soltanto una persona specializzata ed esperta, può dosare tali componenti al fine di dare loro un’azione terapeutica benefica.
Anche se a voi non servono, perché non commestibili, non estirpatele, se Madre Natura le ha create significa che tornano utili all’ecosistema nel quale si trovano! (Nota: Troverete l’elenco delle piante pericolose alla fine del libro dell’Erbana. Non è questo lo spazio per parlarne, voi terreste qualcosa di pericoloso accanto ai vostri cibi prediletti?)
Ecco alcune piante, foglie e fiori, ottime in insalata: Tarassaco, melissa, erba aglina, piantaggine, foglie giovani di achillea, pimpinella, finocchio, menta, portulaca, violetta e primula fiori e foglie, acetosa, cerfoglio, barba di becco, levistico, valerianella, ruchetta, edera terrestre, cicoria o radicchio selvatico, fiori di rosa selvatica o edibile coltivata, malva fiore e giovani foglie, borragine, piscialetto, salvia ananas, nasturzio, gerani, pratoline,viola mammola, acetosella fiori, fiore di pisello selvatico, il topinambur di cui son buoni anche i fiori, fiori di trifoglio, fiori dell’albero di Giuda, acacia, altea, calendula, caprifoglio, geranio, fiori di cren, linaria, raperonzolo, olmo, barba di becco, giovani foglie di tiglio raccolte dai polloni in basso.
Un caro abbraccio, sperimentate sempre e abbiate cura di voi che siete l’ingrediente principale della grande ricetta che è la Vita!
Testo tratto dal mio libro “L’Erbana una selvatica in cucina” –
Ben scritto! Come mi ricordo le passaggiate con Liberese e quanto mi manca.