La casa sono io – io sono la mia casa.
Casa, oggi vi invito a pensare alla casa non come ad un oggetto che si possiede, ma come ad un concetto che ci riguarda.
Sentirsi a casa,stare bene in un luogo, sentirsi al sicuro, protetti, avvolti, accolti, amati, compresi. Essere a casa, avere casa, essere noi casa, casa è stare bene, sentirsi in pace. Casa, è il luogo dove si è benvoluti, dove vi è armonia, dove è possibile essere sè stessi.
La casa è fatta da coloro che la abitano, che la vivono, dall’aria che vi si respira. In una casa si nasce, ma poi crescendo la casa si sceglie, si cambia, si vive, si costruisce , si modifica, ce ne si prende cura mentre lei ci accudisce e custodisce coloro e ciò che ci sta a cuore. La casa ci fa da guscio, ci contiene e ci aiuta a non disperderci, ci ancora, ci allieta. Casa significa famiglia, appartenenza, intimità, stirpe, dinastia, “domus” casa di Dio, luogo di pace e di agio, punto di partenza e d’arrivo , “casa base”.
La casa può essere intesa come la realizzazione di un individuo, come espressione di noi stessi al di fuori di noi o semplicemente come luogo in cui abitare.
Per alcuni, casa è qualcuno che ci aspetta, e a volte quel qualcuno siamo noi.
Mi piace pensare che la casa ci rispecchia, rispecchia la nostra cultura, la nostra educazione, i nostri bisogni, ciò che ci piace e ciò che ci fa star bene, ma anche le parti di noi che vanno comprese, amate e a volte modificate.
Avete mai provato a pensare alla vostra casa come al riflesso di voi stessi?
Pensate ad ogni stanza, ad ogni sua parte come a un vostro organo o una parte di voi. Gli ambienti sono luminosi, colorati, ampi, capienti? Ci sono infiltrazioni o macchie di acqua? Esse, mi è stato insegnato da Enrico Guidazzi, “che sono gli avi che ci rammentano di chi siamo figli”. C’è quiete o confusione? Come entrano le persone nella vostra casa, e come vi sentite quando ciò accade? Quale ambiente amate di più vivere, e quale vorreste assolutamente cambiare? Quale parte od oggetto salvereste a tutti i costi?
Adoro giocare con le analogie e vi invito a farlo, prestate attenzione, fermatevi ad osservare il vostro mondo e provate a compararlo a voi, poi cominciate ad apportarvi migliorie e bellezza.
Porsi delle domande aiuta.
La tua casa è ordinata e perfetta oppure vi regna il caos? È piena di cose modaiole o di cose che ti rappresentano? Di ricordi del passato o di speranze per il futuro? Qual è il live motive dei tuoi spazi? Dove stai più volentieri? Le mie stanze preferite sono lo studio e la cucina, e quando condivido la mia cucina è la mia coccola per tutti, me compresa.
La cucina è il focolare, il luogo delle donne, delle mamme, delle nonne, è il luogo del tramando, delle confidenze, della condivisione e del nutrimento, del calore.
La fretta, il lavoro, i figli, gli studi, gli impegni, tutto porta a fare scelte a volte senza volersi ascoltare e senza indagare nei veri bisogni, spesso accettando dei compromessi, poi arrivi a un punto in cui tu divieni importante ai tuoi occhi e allora tutto cambia, tutto si modifica, e tu stesso divieni “l’oggetto dei tuoi desideri”, e ascoltandoti, conoscendoti, riconoscendoti comincia la cura, comincia il nutrimento vero e l’accudimento, e divieni tu stesso casa perché hai imparato a prender cura di te stesso e ritrovi il piacere di tornare, e tornare ancora!
Le piante, gli animali e i cristalli ci aiutano tanto a rendere le nostre case più liete, più vitali.
Nel cercare la mia casa ho potuto conoscere e riconoscere tante parti di me e mi sono ritrovata.
Auguro a tutti voi di trovare la vostra casa e di trovare voi stessi!
Un abbraccio di cuore, sperimentate sempre e abbiate cura di voi! L’Erbana, una selvatica in cucina
Articolo scritto dall’Erbana per il mensile Vivere Sostenibile del mese di ottobre 2016