La primula annuncia la Primavera!!
L’amata “primulina” apre le porte alla stagione più vitale dell’anno , la primavera! Seppure piccola e tenera è una pianta perenne e robusta che affronta climi avversi. Cresce spontanea e rigogliosa nelle zone di montagna, molto comune nei boschi aridi e nei luoghi umidi, predilige terreni calcarei, ed è una delle primissime piante che si presenta puntuale annunciando l’arrivo della bella stagione. Di fatto la primula viene chiamata anche “primavera”, dal latino primus per indicare la precocità della fioritura che avviene subito dopo la scomparsa della neve, quando nei prati comincia a comparire l’erba. È simbolo di speranza per la generosità della fioritura precoce fioriera di rinnovamento. La primula è tra i fiori spontanei quella più conosciuta e più apprezzata forse perché inconsciamente la colleghiamo alla rinascita. Come pianta che anticipa l’arrivo della primavera, con la sua fioritura a mazzetti segna definitivamente la fine della stagione fredda. La sua modalità di crescita è di grande ispirazione, non cresce mai sola. Già dalla fine di febbraio è possibile notarne qualche esemplare nei prati e nei boschi di montagna, come fosse una pennellata di colore giallo acceso e verde clorofilla in mezzo a radure che paiono ancor dormire, attira la nostra attenzione e rapisce i nostri animi.
Mi sta a cuore dirvi che dai boschi non andrebbero mai raccolte le piante con tutta la radice per non alterare la biodiversità e i cicli naturali del luogo che ha impiegato anni e anni per divenire il prezioso scrigno che è il bosco. Se raccogliete le piante nella loro interezza ne impedirete una successiva ricrescita. Quindi, se desiderate avere in casa un vasetto di primule compratelo in vivaio o dal fioraio!
Quando si affacciano le prime giornate primaverili e sentendo il “friccichio” cominciamo a svestirci, a portare la giacca sotto braccio, a vestirci a strati, guidati dal tepore e dal desiderio di rinnovamento, nelle nostre case cominciano a fiorire vasi colorati che spesso adornano balconi e davanzali. Le primule coltivate si prestano per creare splendide composizioni colorate in vaso, ma ricordate per favore che la specie selvatica è edibile, quella coltivata no, ovvero meglio non mangiarle perché non sappiamo com’è stata trattata in vivaio, mentre in Natura si è nutrita ed è cresciuta solo grazie all’humus, all’acqua e al sole J . Le sue foglie sono a rosetta, sono ottime da mangiare e hanno un profumo di anisette. In misticanza potete usare sia le foglie che i fiori che con il loro lungo peduncolo e la dolce corolla gialla portano allegria, colore e sapore nelle vostre preparazioni. Inoltre le giovani foglie di primula consumate fresche, crude o cotte, hanno un’azione depurativa.
In Inghilterra questa pianta viene chiamata “bunch of keys” mazzo di chiavi, perchè narra la leggenda che San Pietro gettò dal cielo le chiavi dal Paradiso e nel luogo in cui caddero nacquero le prime primule. Sono le chiavi della rinascita, della Vita che si rinnova, del risveglio primaverile.
Mentre studio le erbe con le loro proprietà e usi, spesso vado a ricercare ciò che ci ha lasciato scritto una donna che amo molto e che guida le mie ricerche riguardanti Madre Natura e il benessere dell’essere umano, si tratta di Santa Ildegarda, altrimenti detta Hildegard von Bingen. Era una studiosa di medicina, una medichessa vissuta tra il 1098 al 1179, grande badessa benedettina di immensa saggezza che ci ha tramandato un ricco sapere ancora valido a tutt’oggi. Ho avuto una zia tedesca di nome Hilde e quando leggo i consigli di Hildegard ricordo la dolcezza di questa zia che durante la mia infanzia mi ha donato una meravigliosa compagna di giochi, mia cugina Cristina. Torniamo a noi e alla nostra primula. Hildegard consigliava questa pianta contro la malinconia, disturbo che secondo l’antica teoria dei temperamenti nasce dalla milza, alimentata dall’assenza di dolcezza nelle nostre vite, da ciò che abbiamo vissuto, dai nostri trascorsi famigliari e amorosi. Questa malinconia è come un muco freddo che raffredda i nostri modi di fare e i nostri stomaci portandoci disturbi digestivi e umori pesanti.
Questa piantina richiama alla memoria le nostre passeggiate in Natura per prati e boschi, passeggiate fatte soprattutto quando eravamo ancora bambini, ad oggi ha una lunga storia nella medicina popolare, un tempo veniva utilizzata per trattare crampi,spasmi, dolori reumatici, i fiori invece consigliati in Infuso per alleviare il mal di testa o come blando sedativo. La fitoterapia ci dice che contiene carotenoidi, olio essenziale,flavonoidi,saponina,glicosidi e zuccheri.
Noi possiamo usare le foglie giovani consumate in insalata o cotte leggermente, mentre i fiori potremmo o mangiali in misticanza, o farne un’acqua profumata al modo dell’Erbana, o candirli oppure aggiungerli alle nostre marmellate. Io vi la propongo una ricetta tipo torta Pasqualina.
Torta salata di primule e viole – impastate una brisè o se preferite un pan-pizza, o comprate un rotolo di pasta sfoglia (io non la amo molto, ma se prestate attenzione alla composizione potreste anche trovarla fatta con buone materie prime), farà da base alla torta salata che andremo a comporre. Stendete sottilmente la pasta in una teglia da forno, ricopritela di foglie di primula, spalmatela con una besciamella leggera o con una panna vegetale condita con olio Evo, sale e pepe, e infornatela. Quando si formerà una crosticina color nocciola chiaro, la torta è pronta. Lasciate raffreddare e cospargetela di fiori di primula e di violette. Di questa torta fatene una scorpacciata perché questi fiorellini meravigliosi potrete gustarli solo per un brevissimo periodo! È gioia pura, un sapore unico, è la primavera che esplode in noi inondandoci delle sue numerose informazioni. Le foglie di primula sanno vagamente di anice, le metto sotto la crema perché non si brucino. Che goduria! Buonissima Primavera a tutti voi!
Sperimentate sempre e abbiate cura di voi che siete l’ingrediente fondamentale della grande ricetta che è la Vita! Vi abbraccio forte
Articolo scritto per Rock&Food