Articolo scritto per MyWhere – L’arte ci fa Crescere
A SetUp l’arte ci fa crescere
Prima di cominciare a scrivere questo articolo che mi sta particolarmente a cuore devo farvi una premessa: faccio parte di un gruppo di amiche scalmanate, donne con vite frenetiche che fanno il possibile e a volte l’impossibile per riuscire a vedersi almeno una volta al mese e potersi dedicare a una passione che ci accomuna, la cucina. Confesso che a volte rappresenta solo la scusa per stare insieme e potercondividere attimi, passioni, idee. Questo gruppo meraviglioso si chiama “Le Club des Pirottines”, donne indisciplinate (la presenza di qualche uomo fa eccezione) messe insieme da Benedetta Cucci e Simona Gavioli. Conoscevo già “la Bebe” prima che il gruppo nascesse, mentre è attraverso le pirottine, che ho potuto conoscere Simona e poi Roberta Filippi, splendida donna che mi da la possibilità di scrivere e di poter condividere con voi i miei pensieri.
Esattamente un anno fa come una bimba davanti ai doni elargiti da Babbo Natale mi sono ritrovata con un gruppetto copioso di amiche pirottine davanti all’ingresso stile anni ’60/70 che porta ai piani superiori dell’autostazione delle corriere di Bologna.
L’autostazione rappresenta per me e credo per i molti bolognesi della mia età, un ricordo piacevole della Bologna di una volta, è un simbolo della bolognesità accantonato forse per trascuratezza e comunque è diventato, ahimè, luogo di degrado. Da bimbi, lì si andava a visitare lo zoo posto al piano sotterraneo, se chiudo gli occhi ricordo ancora la puzza degli animali tenuti impunemente in gabbia. Era, credo, la prima o una delle primissime gallerie commerciali al chiuso, e premetto che è rimasta esattamente com’era 40 anni fa, i vecchi souvenir presenti sui lati del chiosco vendita biglietti lo dimostrano.
Era il 25 gennaio 2013, una delle due “mamme pirotten” stava per realizzare un sogno che l’aveva tenuta impegnata e sveglia per parecchi mesi, e con un gruppo di amiche, una decina di pirottine o forse più, eravamo tutte lì in attesa di poter vedere finalmente la “creatura sognata” che aveva preso corpo in SetUp; tutte impazienti, alle prese con timidi convenevoli e parole di circostanza per sapere “chi c’è e chi manca”, braccia conserte per il freddo, un piccolo chiosco che distribuiva bibite calde e poi si è aperta la porta ed è apparsa lei… bellissima, elegante nel suo splendido abito nero, lungo, con una scollatura sulla schiena che poche donne possono permettersi, un sorriso appagato e negli occhi la luce di colei che ha appena realizzato un’impresa ciclopica: la Gavioli! La sua fierezza-bellezza, la sua gioia, il camminare sollevata da terra un po’ per la gioia e un po’ per la tensione dell’inaugurazione, sono stati una bella ouverture!
Era un momento importantissimo perché tra le tante “scommesse” l’intento di SetUp comprende anche la rivalutazione di un sito rimasto abbandonato a sé stesso per anni, un luogo senza una destinazione, un luogo che abbisognava di esser rivitalizzato da un soffio di gioventù, e chi meglio avrebbe potuto portare ristoro se non l’Arte?! In città nascono solo ipermercati che tolgono aria e chance agli imprenditori e a tutti coloro che hanno idee da mettere in pratica, era ora che prendesse forma una bellissima opportunità per i giovani talenti di buona volontà! E l’impresa era compiuta.
All’epoca non conoscevo ancora Alice Zannoni, per questa nuova edizione ho avuto il piacere e la gioia di conoscerla e devo dire che il team che ha dato vita a SetUp è forte e splendido, vero esempio di ottimo lavoro di squadra per perseguire e realizzare un obiettivo per il bene di tutti e per la riqualificazione di quel luogo ancora tanto legato alla città, e nella speranza che questo evento, fatto in questo sito, divenga buon esempio di condivisione delle buone idee.
In quell’occasione sembravamo una scolaresca in gita invitata ad una prima, per un evento non a tutti comprensibile; perché si trattava di una mostra d’arte contemporanea e di questi tempi, purtroppo, i più sono a digiuno e inconsapevoli in materia d’arte, figuriamoci se parliamo dell’arte contemporanea!
Però, salita la scala e trovandoci in quel full immersion, tra artisti, curatori, critici, professori, opere, curiosi, autorità, e sentirsi parte di quel grande Tutto, di quella impresa ciclopica, è stato un attimo!!
Devo ammettere, che io che ero un esordiente in materia, chi mi conosce sa che sono una selvatica che vive tra cucine, fattorie, prati e boschi, ed anche se il mio babbo ha lavorato, per un certo periodo, alla Galleria d’Arte Moderna in fiera a Bologna e mi portava spesso con lui (e all’epoca alcune opere mi hanno fortemente segnato) non sono riuscita a sentirmene parte; ma lì a SetUp, passando da una stanza all’altra, immersa nella marea di domande a proposito delle meraviglie che si mostravano alla mia vista, mi sono innamorata, innamorata di cotanta creatività, innamorata dei vari stili di espressione, innamorata degli svariati modi di rappresentare un’idea, un’emozione, un sentimento; innamorata di quell’amore-passione che faceva bella mostra di sé in svariate forme.
È stato bellissimo essere lì la sera dell’inaugurazione, visitare la mostra, ascoltare il chiacchiericcio dei presenti, confrontarmi con i commenti delle varie amiche lì ritrovate, osservare con quanta eleganza, professionalità ed emozione le organizzatrici, si muovevano tra i corridoi della mostra interagendo con tutti, ospiti, autorità, curiosi, amici, conoscenti e sconosciuti, in quell’occasione ho visto giovani donne divenire “gigantesse” per la loro capacità e per la gioia che le animava, erano un tutt’uno con la mostra a cui avevano insufflato la vita.
Immersa in tutta quell’Arte ho potuto giocare con le amiche birichine-pirottine nel “Ricreatorio”, luogo di svago tipo isola felice, dove la fotografa della redazione di MyWhere ha scattato questa foto per il concorso “facce da SetUp”: devo dire che questo momento, fermato in un immagine, ben rappresenta lo spirito di noi pirottine affiatate e scalmanate!! Le amicizie così sono un bellissimo dono che mi permette di staccare dal tran-tran quotidiano e mi consente di riscoprire la semplicità, la fiducia e la gioia che dovrebbero animare ogni cuore!
I semi di quella visita li ho annaffiati nel corso dell’anno appena trascorso, e così mi sono ritrovata ad organizzare vari eventi legati al cibo e alla cultura, e strada facendo è nata l’idea di far nascere all’interno di SetUp uno spazio dedicato ai bambini, insomma con Simona si è pensato di unire le nostre risorse in un progetto che sta a cuore ad entrambe, e poi quest’anno la galleria SetUp ospiterà il più giovane collezionista, Riccardo Bortolini (classe 2002) che colleziona da anni opere d’arte a dimensione di bambino, ragion per cui un’alleanza ci sta a puntino!
Così, io specializzata in didattica in fattoria dove l’arte si fa con il cibo, con le tante cose trovate in natura, con ciò che offre la terra, abituata a vedere intere scolaresche come germogli crescere, e ricca delle collaborazioni vissute nel corso degli anni, ho potuto offrire al Team di SetUp un progetto di lavoro di squadra; io credo nel lavoro di squadra, creo gruppi, faccio rete, collaboro, creo sinergie, lavoro in coppia, ecc. e ora eccomi qui con una squadra d’eccezione formata dal team di Re Mida, dalle due amiche che fanno arte terapia e dulcis in fundo, si sono uniti a noi una coppia di Milano che segue progetti d’arte ad alto livello: Stream Colors! Sento in me che sarà un successone!!
Che bello vedere che gli incontri fatti di “Assaggi d’arte”, i tanti laboratori eseguiti nelle varie fattorie didattiche sparse sul territorio, le collaborazioni con le social farms che mi hanno insegnato l’importanza del saper far squadra, le lezioni di educazione alimentare, patrocinati dalla Provincia di Bologna, presso le scuole, dove vado ad insegnare ai bimbi l’importanza e la bellezza di mangiar la frutta e la verdura, hanno dato i loro frutti… E ora siamo pronte!
Sarà come fare arte giocando. I temi trattati? Quelli che mi stanno più a: Natura, ecologia, biosostenibilità.
Saremo, infatti, ospiti di SetUp, fiera d’arte contemporanea per giovani esordienti posta al primo piano del palazzo dell’autostazione, non più salendo dalla piccola scaletta all’entrata posta a fianco dell’agenzia viaggio, quest’anno ci aspetta un’entrata speciale, ovvero saliremo il grande scalone a destra dell’autostazione guardati a vista da colei che i bolognesi chiamano la moglie del gigante, il gigante è Nettuno dio del mare e reggente di tutte le arti e gran signore di Bologna e la signora è la “sirena della scalinata del Pincio”, che come una Venere sta a guardare i giovani di SetUp, che utilizzando come strumento a loro disposizione l’Arte, si apprestano al cambiamento.
Pensieri: a SetUp piccoli artisti in erba nel Giardino dei Bambini
Il nome “Giardino dei bambini” inizialmente mi ha lasciato perplessa perché forse si potrebbe trovare un nome più attinente all’idea dell’atelier/laboratorio d’artista essendo il contesto di gallerie d’arte… ma poi pensando a Froebel e ai suoi kindergarten e all’idea che in questi luoghi i bambini come piante da curare (compito che era delle maestre) e il fatto che ci sia molta natura sia all’interno dello spazio, creando io un piccolo giardino e lavorando con elementi naturali, credo che il nome giardino dei bambini possa essere efficace. Il nome giardino potrebbe non piacere visto che parliamo di una galleria d’arte, potrebbe non sembrare attinente, però il tema portante è legato alla rivalutazione di una città, ai temi attuali della sostenibilità, del green, dell’ecologia, al fatto che andiamo ad istillare piccoli semi d’arte che aiuteranno i bambini, giocando con essa, a farla propria, i bimbi sono piccoli germogli da proteggere e nutrire, da annaffiare con cose belle. E le opere d’arte esposte son cose belle!
L’atelier Luce e Materia proposto da ReMida Bologna_Terre d’Acqua per Kinder SetUp vuole essere un momento speciale di gioco tra bambini e genitori insieme, un’occasione per esplorare i materiali di scarto aziendale provenienti dal Centro di Riuso Creativo. Gli scarti aziendali si offrono come materiali di ricerca in continua evoluzione e cambiamento: attraverso l’utilizzo della lavagna luminosa, i bambini saranno invitati a svelarne forme, colori, ombre superfici e texture, dando vita a scenari luminosi, paesaggi materici, proiezioni virtuali da attraversare con tutto il corpo. Remida con materiali ricavati dalle rimanenze e dagli scarti della produzione industriale e artigianale, valorizzando così gli errori di produzione, per reinventarne utilizzo e funzione.