Essere in cammino ha un che di affascinante, io ho sempre amato camminare per andare alla scoperta delle meraviglie che mi circondano, il farlo mi ha sempre arricchito e rincuorato.
Da sempre, i miei cammini sono stati all’insegna della lentezza, ogni cosa attira la mia attenzione, un sasso, un fiore, una pianta, un raggio di luce, il canto di un uccello, il colore o la forma di una foglia.
Quando cammino non mi sento mai sola, sento la presenza degl’alberi, sto in ascolto degli abitanti del luogo, siano essi animali o vegetali, e immagino ciò che si è svolto lì in passato, chi ha potuto camminare in quei luoghi prima di me. Inoltre adoro condividere i miei luoghi del cuore con coloro che desiderano rigenerarsi in Natura.
Preciso che il mio passo lento non è flemmatico e indolente, quando c’è da camminare si cammina, ma sempre a cuore aperto, attenti a ciò che si incontra, attenti alle “voci” della Natura.
Quando cammino sono felice, mi sento un tutt’uno con quanto mi circonda e so che tutti gli elementi in me e fuori di me stanno interagendo. Se comincerai a camminare con continuità ciò che sto affermando ti diverrà più chiaro.
Quando si parla di benessere, spesso viene consigliato di porre attenzione a ciò che si mangia, accompagnandolo ad un giusto movimento. Ecco che camminando ho compreso il motivo di questo messaggio.
Camminare mi ha aiutata a prendere consapevolezza di ciò che accade nel mio corpo, mi sento portata a porre attenzione al mio respiro, al battito del mio cuore, all’affollamento della mia mente, alla preminenza dei miei pensieri, al lavoro della mia milza, alle congestioni/decongestioni del mio fegato, alla salubrità del mio stomaco, all’idratazione del mio corpo e delle sue cellule.
Ho compreso come l’ingestione di un cibo influisce sul mio organismo e sulle sue capacità, le mie performance cambiano a seconda di ciò che si ho mangiato la sera prima o la mattina prima di intraprendere il cammino, tanti cibi occludono, bloccano, rallentano, inquinano, mentre altri fortificano e alleggeriscono.
Stesso dicasi per la mia necessità di bere, quando sono ben idratata perché soddisfo il mio turnover del flusso idrico intracellulare, camminare è più leggero e ogni organo funziona meglio.
Da diversi anni ogni giorno percorro circa 10 chilometri e sento che ciò mi fa star bene, ho cominciato a camminare per conoscere la flora del territorio che mi ospita, sul quale ho deciso di vivere.
Per anni ho lavorato in giro per l’Italia, il mio lavoro di Erbana mi aveva portata ad avere sempre il trolley pronto, al punto che la mia gatta, quando lo vedeva aperto sul divano ci si sdraiava dentro, capiva che sarei partita da lì a breve, mentre il mio gatto nero adorato ci pisciava dentro. I gatti non conoscono le mezze misure.
Viaggiando conoscevo le erbe di molte parti d’Italia, ma non conoscevo il ciclo e la posizione delle erbe spontanee che crescono intorno a me, così un giorno ho deciso di fermarmi e di costruire un orto per “obbligarmi” a divenire “stanziale” e smettere di essere girovaga come buona parte delle erbe che amo.
La mia vita ha preso una svolta, il mio lavoro doveva affermarsi ed essere in regola, ero una chef che portava in giro le persone a riconoscere le erbe spontanee edibili, volevo essere più professionale.
Per divenire una chef di Cucina Naturale ho studiato e sperimentato per anni, stesso dicasi per divenire l’Erbana, conoscere le erbe edibili richiede impegno, dedizione e studio, tanto studio.
La necessità di migliorarmi al fine di offrire un servizio mirato nel portare in giro le persone per prati e boschi, mi ha portata a decidere di divenire una GAE professionista e per far ciò ho cercato un corso perfezionante.
Oggi più che mai posso augurarvi un buon cammino, e magari lo percorreremo insieme