Maria Maddalena, la prediletta.
MADDALENA, il suono di questo nome ha suscitato in me una profonda gioia da sempre.
Ero una bimbetta quando sussultavo nell’udirlo pronunciare.
Avevo una zia che si chiamava così, la chiamavamo Lenuccia, e sua figlia si chiamava Magda, e io le adoravo, anche se abitavano lontane e potevo vederle raramente.
Questo nome è sempre stato importante nella mia vita e ho cercato da subito la sua provenienza e la storia della Donna che lo ha portato lasciando un segno profondo.
Maria Maddalena di Magdala, un nome 3 volte emme, che grande forza, che bellezza, adoro questa lettera, in ebraico è la lettera mem, simbolo che racchiude una forza speciale.
Ho cominciato ad interessarmi a Lei da subito, attratta dalla sua storia e dalle contrarietà che le sono state attribuite. Quando non si comprende qualcosa o la tal cosa incute timore, o reverenza, o la si reputa pericolosa perché utile per l’evoluzione dell’essere umano, una fetta di umanità la taccia di nefandezze, ed è ciò che è accaduto a Lei.
Vi consiglio il libro “Quando Troia era solo il nome di una città”, l’autrice spiega bene perché quando una donna è “potente” viene tacciata di essere una prostituta, il femmineo è forza.
Ho letto e studiato molto a proposito della Maddalena, e quest’anno sono andata in Francia alla scoperta di un luogo che l’ha ospitata gli ultimi 30 anni della sua vita, come racconta la storia che la riguarda.
Sono arrivata a Sainte Boume quasi in punta di piedi, mi sono sentita come una bambina felice che finalmente avrebbe conosciuto , o meglio ritrovato “un’antica” amica. Ho sempre immaginato la Maddalena una donna austera ricca di profonda dolcezza, carica di grazia, di autorevolezza. Una donna minuta eppure capace di grande forza. Di una bellezza straordinaria, lunghi capelli ramati, sguardo luminoso, e la capacità di infondere amore e serenità, ma anche tumulto, con la sua sola presenza.
Ho sempre pensato a Lei come alla compagna del Cristo, e entrambi li ho amati da subito.
Quando mi hanno parlato di questo luogo e della possibilità di andarlo a visitare in me è cominciata una sorta di attesa accompagnata dalla gioia di un desiderio profondo che finalmente andava a palesarsi.
Si narra che la Maddalena abbia lascito la Palestina con la sua “famiglia allargata” e guidata da “Angeli” sia giunta via mare sulle coste di Marsiglia, e arrivata in questo luogo abbia trascorso lungo tempo nella grotta posta sull’ alto massiccio circondato da una folta e antica foresta.
La grande Luce che la Maddalena era in grado di portare in Sè, ha attratto molte persone bisognose di essere guarite nel corpo e nell’anima, fratelli di cammino con la necessità di comprendere e di sapere.
Appena si arriva a Sainte Boume si è come rapiti da un forte senso di quiete, è come arrivare a casa, ma una casa che non è da abitare, una casa che ti aiuta a mettere a posto “bagagli” che non solo non sai neanche si avere, ma che se ne hai la percezione non sai come sistemare.. spero di essere comprensibile nello spiegarvi lo stato di animo che mi ha avvolta.
Casa, finalmente a casa. Un sottile profumo di miele mi ha accompagnata in un lungo tragitto, e al mio arrivo nella grotta, quando sono giunta in un angolo appartato dinnanzi alla statua che la ritrae fanciulla, il profumo ha invaso l’intero spazio e un sussulto ha occupato il mio animo. Che gioia.
Facciamo un passo indietro. Sono arrivata lì inaspettatamente, dovevamo andare al mare e io ero abbigliata da mare, costume, vestito comodo, un paio di ciabatte. Mi è stata fatta una sorpresa, e quando sono giunta ai piedi del massiccio dinnanzi a me venivo accolta da una grande struttura chiamata Hotellerie e un casone ospitante una meridiana accompagnata dalla scritta latina “SOLE AMICTA MAGDALENA”, ovvero “ Maddalena vestita di sole”, e da una strada sterrata che si immetteva in un folto bosco ai piedi del massiccio con incastonata una struttura che vista dal basso parea lontanissima e inaccessibile. Un vero salto nel tempo.
Franco mi ha guardata negl’occhi e mi ha detto “cosa aspetti? Vai! Quando ti ricapita di tornare qui!”, e così sono partita pur sapendo di non essere vestita adeguatamente, accompagnata “solo” dalla gioia e dal desiderio della scoperta. Ammetto di essere sta animata anche da un po’ di timore, mi aspettava una bella scarpinata ed io ero con ciabatte e sottana … pazienza, sapevo che ce l’avrei fatta e che sarebbe andata bene. Il cammino abbisognava di circa 50’, così mi era stato detto, potevo farcela. Oooh yess.
Fiduciosa, ho intrapreso la strada sterrata e una volta nel bosco ho capito che mi aspettava un cammino impegnativo, ma la gioia era enorme. Lì la sensazione di essere in un luogo sacro è fortissima. Il bosco è ricco di alberi vetusti, purtroppo molti esemplari sono a terra sbriciolati e mangiati da termiti e tarli, e dai loro predatori che per scovarli scarnificano i legni, il ciclo della Vita lì è ben palesato. Mentre camminavo un albero si è fracassato dietro di me come a chiudere vecchie storie che devono lasciarmi il passo, ho pensato “lascia andare, il più è compiuto, chi ti insegue non potrà raggiungerti”.
Quel bosco pareva di altri tempi e io ne facevo parte, e quel profumo di miele che mi accompagnava mi faceva sentire forte, invincibile, carica.
Le mie infradito erano a pezzi, la strada era tutto un sasso, sali e scendi, e il sudore grondava dal mio corpo mischiandosi con la polvere. Ce l’avrei fatta ad arrivare in cima? Non avevo dubbi, e in cuor mio pregavo che le infradito tenessero per tutto il cammino perché camminare scalza su tutte quelle pietre non sarebbe stato un bel viaggio, almeno, non per me che non sono abituata ad andare scalza.
Non giudicatemi blasfema, è nella natura umana non staccarsi del tutto dalle situazioni di bisogno.
A tratti, mentre camminavo portando attenzione ai miei passi, pensavo che per quei boschi aveva camminato la Maddalena e così il mio cuore traboccava, e mi accompagnava lo stesso pensiero che mi pervade quando vado in Umbria e penso al fatto che il caro Francesco da Assisi ha camminato su quelle terre cantando la sua gioia al cielo e alla terra. Che Esseri straordinari!
Mentre salivo pensavo a Lei, alla sua bellezza, a ciò che ho letto su di Lei, alla sua unione con Gesù, alle donne che assieme a lei curavano, al fatto che sento che le Loro Essenze continuino a essere sulla Terra e lavorano con noi e per noi, spronandoci a divenire esseri migliori, a fare la nostra parte per il bene nostro e dell’umanità, e per Madre Terra, meravigliosa Creatura che ci ospita, ci avvolge e ci sostiene.
Cosa mi aspettava lassù? Cosa avrei trovato? Ad un certo punto ho alzato gli occhi e ho visto, dietro la boscaglia, innalzarsi un’alta falesia, ero quasi arrivata. Ho compiuto tutto il tragitto in solitudine coi miei pensieri, con le mie domande, la mia gioia e il cuore intrepido.
Le genti che compiono questo cammino, come me, sono innamorate della Maddalena, il cammino è impervio, lo compi solo guidato dal cuore, la curiosità non basta, occorre essere animati da qualcosa di più profondo per giungere qui.
Mi rassicura il pensiero che le persone che incontro in questo luogo particolare sono simili a me, finalmente mi trovo tra simili.. che strano pensiero, non si tratta di appartenenza..
Ci sono, una scala di pietra mi dice che sono quasi arrivata. Mi tolgo le scarpe, questo tratto lo posso fare scalza, in primis preservo le mie infradito, e poi voglio sentire interamente l’Energia di questo luogo. Inizio ad incontrare gente, tutti abbiamo avuto lo stesso pensiero, siamo tutti scalzi, tutti con un sorriso a 36 denti, ci si saluta in tutte le lingue del mondo che decifrano la sostanza dei nostri cuori, l’AMORE.
Ecco cosa si cela qui, l’Amore, l’Essenza dell’Amore.
Arrivata in cima si staglia dinnazi ai miei occhi un panorama affascinante su Plan du Aups, laggiù, il grande complesso de l’Hotellerie è piccina, e la grande apertura del luogo spalanca il mio cuore.
Sono arrivata in cima, ho percorso gli ultimi 150 gradini, ho solcato il portone medioevale, ovunque è rappresentata la Maddalena, vi è una grande pianta di rose e c’è una costruzione a ferro di cavallo aggrappata alla parete della montagna, io cercavo la grotta della Maddalena, mi devo essere persa, forse ho sbagliato strada, sono qui, entro, dev’essere una chiesa, ne sono attratta, voglio entrare. Che sorpresa, una grotta, una grande grotta che profuma di miele, Lei è ovunque, l’acqua è ovunque.
Sono arrivata. Casa.
Varcando la soglia improvvisamente tutto cambia. Sono dentro Madre Terra, questo santuario naturale è splendido, essenziale, intimo e carichissimo di luce seppure in penombra. L’interno è permeato di una oscurità avvolgente, trasuda una luce fioca, rassicurante, intima. Una Luce palpabile. Il soffitto è di roccia nuda, si sente che è un luogo di acqua, il femmineo avvolge ogni cosa in questo luogo sacro.
Sono state messe statue e il luogo è stato agghindato da chiesa, ma la sacralità qui trasuda dalle pareti, non occorrono figure, ma la cornice di finestre di vetri colorati, panche, altari e candele, rammentano che siamo sulla terra e che l’uomo ci ha messo mano. Peccato abbiano chiuso la facciata della grotta, il sole ora può entrare solo filtrato dalle finestre colorate, doveva essere splendente la grotta quando veniva inondata dalla luce del grande Sole.
Guidata dal profumo di miele, che mi ha accompagnata tutto il cammino, scendo in una grotta al piano inferiore e mi fermo dinnanzi alla statua che ritrae la Maddalena. Inizio a dialogare con Lei con la voce del cuore, sono così felice e grata che non mi accorgo di non essere sola. Due donne si sono sedute accanto a me, una alla mia destra e una alla mia sinistra. Restiamo in silenzio a lungo, i nostri cuori stanno cantando, poi ci alziamo e mi ringraziano per aver pregato con loro, una di esse mi abbraccia e mi sorride. Sconosciute in questa vita, ma vicine di anima. Il nostro dialogo lo terrò per me.
Lassù in alto, con lo strapiombo ai miei piedi ho pensato agli eremiti che vivevano in grotte così, e al fatto che si racconta che in alcune parti del mondo ne esistano ancora diversi che vivono così. Anche sul Monte delle Formiche, luogo dove io abito, sotto al santuario c’è una grotta, dentro la quale, nei secoli, eremiti si sono susseguiti per proteggere l’energia del luogo.
Santi uomini e donne si sono sempre presi cura di luoghi carichi di energia, forse loro stessi traevano energia dalla Terra per aiutare gli umani o la terra stessa, o forse si rifugiavano in quei luoghi per proteggersi dall’umano, o forse semplicemente avveniva una sorta di comunione, chissà.
Fatto sta che a Sainte Baume la presenza di Maddalena è forte, e Lei non è un anacoreta qualunque, ma è la sposa di Gesù, compagna sapiente, maestra e donna di cuore e di saggezza, grande guaritrice e guida. Maria Maddalena ci accompagna nel comprendere il senso della nostra esistenza, una crescita verso l’ elevazione attraverso un lavoro spirituale continuo.
Non so dire quanto sono rimasta nella grotta, qui il cielo e la terra sono un tutt’uno, altri come me hanno sentito questa forte energia, difatti sulle vetrate ci sono i simboli della squadra e del compasso, del calice e della lama, che racchiudono l’unione del maschile con il femminile, gli Sposi, il Sacro Graal, l’Essenza, il cuore, l’alchimia della Vita.
Tanti pensieri scorrono in me, affiorano le cose lette, gli studi fatti, gli insegnamenti ricevuti, l’intimo mio sentire, il quale mi indica che è ora di scendere, è tempo di tornare nel mondo. .
E’ valsa veramente la fatica e l’emozione salire fin quassù.
La discesa è stata gioiosa, più faticosa dell’andata, ho cambiato strada credendo fosse più agevole, ma se l’andata è stata lunga e tortuosa, il ritorno è stato accompagnato da gradini scoscesi fatti di rocce appuntite, di masagni più o meno grossi ai quali ho portato attenzione, anche se il cuor leggero mi ha fatto quasi volare.
Che esperienza meravigliosa, mi ha accompagnata la certezza che tornerò in questo luogo, con pratiche scarpe da camminata, comodi pantaloni e una bottiglietta da bere durante il percorso e da riempire poi dell’acqua che sgorga nella grotta, acqua dal profumo di miele impregnata dell’energia della Maddalena.
Consiglio a tutti voi questo viaggio meraviglioso, e chissà, magari con alcuni di voi lo faremo insieme!
Un abbraccio di cuore, a bientot, au revoir