MORE

Le more, nere morose.

Le more sono davvero un meraviglioso dono della natura!

Le more sono il frutto dei rovi che appartengono alla famiglia delle rosacee. I rovi amano crescere al limitar dei boschi, ai bordi delle strade, lungo i fossati che delimitano i campi coltivati o abbandonati. Spesso i rovi vivono assieme alle rose canine, ai prugnoli, ai sanguinelli, alla vitalba, ai biancospini. Queste piante spesso fan comunella tra loro e mentre sono in raccolta mi piace osservare queste family.

Il nome delle more deriva dal latino “ruber” che significa rosso. Questi frutticini prima di maturare sono  acini rossi raccolti in grappoli composti da tanti granelli fitti fitti e spesso mentre raccogliamo le more nere mature, sulla pianta fan bella mostra di sè drupe rosse che matureranno nei giorni a venire, come ad invitarci a tornare e deliziarci di questi preziosi frutti .

Essere una raccoglitrice mi arricchisce molto. Posso vedere l’ abbondanza, la generosità, la bellezza, Madre Natura attraverso i suoi preziosi frutti esprime chiaramente la sua prolificità, e ce ne fa dono.

Voglio presentarvi questo portento della natura. Il rovo appartiene alla famiglia delle Rosaceae come il melo, il pero, il mandorlo, il pesco e l’albicocco. Se vi troverete a passeggiare per i boschi in primavera potrete vedere la bellezza dei rovi ricoperti di piccole rose a cinque petali bianchi-rosati, sono bellissimi.

 

Raccolta mattutina di more selvatiche

I suoi frutti maturano in piena estate, generalmente tra inizio luglio e metà settembre. In questi giorni di calura estiva mi ritrovo spesso a passeggiare ai bordi dei boschi che prosperano vicino a casa mia, e camminando, ogni volta che incontro questa pianta meravigliosa la ringrazio. Essa è composta da grandi cespugli spinosi che è meglio evitare per non riempirsi di graffi e punture, ma quando ci sono i succulenti frutti,  per procurarsi un buon raccolto si sfidano gli aculei e si pregustano le golose more.

Le more sono un frutto più o meno sferico, composto di piccoli frutti tondi aggregati tra loro, detti drupole, e quando sono mature hanno dei chicchi gonfi e neri ricchi di fibre e di piccolissimi semini.  Sono buonissime,  dal caratteristico gusto dolce-acidulo.  Andate a fare una scampagnata muniti di cestino e coglietele dai rovi. Vi consiglio di cogliere le more mature e di evitare quelle  che crescono ai bordi delle strade polverose o con molto traffico, la bellezza della loro raccolta sta anche nel passeggiare immersi in natura.

Da raccoglitrice-custode della terra quale sono, rammento sempre a tutti di tenere conto, durante la raccolta, che Madre Natura non produce solo per noi. Lei si mostra in tutta la sua abbondanza e ricchezza perché anche agli uccellini e agli altri animaletti non deve mancare mai il nutrimento. Consiglio vivamente di raccogliere solo ad altezza braccia, dove non arriviamo pazienza, non arrampichiamoci e non rompiamo la pianta, ciò che rimane è per i nostri amici animaletti, senza di loro non avremmo nulla in Natura! Quindi non comportiamoci da ingordi saccheggiatori, ciò che la Natura offre è per tutti i suoi figli, umani e animali. Gli animaletti selvatici garantiscono la biodiversità, è grazie a loro che noi possiamo ancora concederci il lusso di andare per erbe, fiori, funghi e bacche.

Questi frutti che accompagnano molti di noi sin dai tempi della nostra fanciullezza, grazie al buon contenuto di potassio e di acqua (88%), hanno proprietà idratanti, depurative, diuretiche, antireumatiche e dissetanti.  Come tutti i frutti di bosco, la mora è un frutto dalle straordinarie proprietà antiossidanti perché contiene antocianine e flavonoidi, ed è ricca di vitamine, fibre e minerali.

Tutte le parti della pianta di rovo sono tradizionalmente utilizzate per preparazioni medicinali. Radici, germogli, fiori in bocciolo e foglie, inoltre, sono utilizzate per curare infiammazioni della bocca e delle gengive. I  tannini che  si estraggono dalla sua radice hanno effetto astringente, specialmente sulle mucose del tratto digestivo, per cui il tè preparato dalla radice di mora può essere usato per trattare la diarrea o altri disturbi intestinali. Invece, con il succo di mora si può ottenere un colorante viola naturale, ma i frutti sono così preziosi e buoni che io preferisco mangiarmeli.

Troviamo questa pianta anche a livello omeopatico,  è un  rimedio naturale per curare mal di gola, emorroidi e diarrea. Va mo là! Eppoi, durante la mia ricerca, ho letto che fin dai tempi più antichi si consigliava la masticazione di foglie di more in caso di problemi alle gengive, ma occhio alle spine.. . Oggi, invece,  le foglie di rovo vengono utilizzate in erboristeria per tagliare le altre tisane, costano poco, oppure come ingredienti per tisane e decotti  per curare dolori derivanti da ulcere gastriche.

Le more, una volta colte vanno lavate per ripulirle da eventuali polveri e residui lasciati dai piccoli animaletti golosastri che amano scorrazzarci sopra. Le more, sono ottime da mangiare, consumate da sole o aggiunte nello  yogurt o nel gelato.  Tradizionalmente vengono usate per fare marmellate, per farcire torte, per preparare gelatine,  o per arricchire macedonie.  Il sapore della mora cotta è inconfondibilmente unico.

Crostata di more, la cla-morosa

Ricetta della mia marmellata che amo chiamare A.Morosa: raccogliete almeno un kilo e mezzo di more belle nere, rigonfie e ben mature, lavatele con cura e visto che ci siete lavate anche un bel limone maturo e assolutamente bio visto che lo utilizzeremo intero, buccia compresa. A parte preparate un cucchiaino di agar agar  e pesate 250 gr di zucchero di canna integrale chiaro.  Per togliere i molteplici semi dalle more e rendere la A.morosa paradisiaca, passate more e limone all’estrattore (operazione un pò rischiosa per il prezioso estrattore), sarebbe meglio disporre di un pratico passa pomodoro per conserva. Una volta ottenuto il succo di more, mettetelo in una pentola con lo zucchero. Fate cuocere per qualche minuto fino all’arrivo del bollore, aggiungete l’agar che avrete disciolto in un mezzo bicchiere di acqua, poi  unite i due liquidi mescolando a frusta con cura. Fate sobbollire per qualche minuto, aumentate i tempi o la dose di agar se la volete più densa, e poi invasate calda la vostra A.Morosa in vasetti  sterilizzati. Chiudere bene con gli appositi coperchi e capovolgeteli  in modo che vadano sottovuoto, meglio sarebbe dargli un bollore a bagno maria così da poter conservare con tranquillità questa dolcezza. Et voilà, la golosezza è pronta. Meravigliosa da utilizzare come accompagnamento alla bavarese di mandorle, o per farcire una crostata, o da gustare la mattina su una fetta di pane o nella crema tipo budwig. Io la adoro anche da sola, mi rammenta l’estate e le belle passeggiate nei boschi. È una conserva meravigliosamente golosa.

Golosissima marmellata di more

ATTENZIONE : il consumo delle more deve essere limitato da chi sia predisposto ad episodi di diarrea, a causa del loro alto contenuto di fibre e da chi soffra di problemi intestinali come la diverticolite.

Bene, siam giunti alla fine, “stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che io ho detto la mia!!” Così diceva la mia nonna Tecla, mia maestra d’erbe e di Vita. 

Vi abbraccio forte, Beatrice Calia, l’Erbana.

articolo scritto per Rock&Food

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