Quando penso alle api il mio animo esulta.
Che meraviglia il mondo delle api, vedo in loro il più alto esempio del lavorare insieme per il bene comune.
Per ciò che cresce in Natura dobbiamo ringraziarle, pensate che per fare un chilo di miele le api volano per una distanza, che se sommata, è pari a 6 orbite terresti, che forza!
Mio padre mi ha trasmesso l’amore per il mondo delle api, esse lo hanno accompagnato nei suoi ultimi anni d vita, e lui le amava a tal punto da lasciarsi ricoprire da esse e malgrado le punture, le reputava grandi maestre e guaritrici.
Sapete che in 50mila vivono in famiglia ben organizzate tra loro? Ogni ape ha un ruolo, sembrano tutte uguali, ma sono tutte diverse! È incredibile il loro mondo, c’è una mamma, ci sono i fuchi, le spazzine, le ancelle, le nutrici, le ceraiole, le magazziniere, le guardiane che difendono la famiglia dai nemici, le esploratrici, e le bottinatrici che si occupano di raccogliere il nettare dai fiori!
Sono proprio straordinarie, pensate, ogni ape è disposta a dare la vita per il mantenimento della propria famiglia! La comunità delle api avrebbe tanto da insegnarci!
Purtroppo sta accadendo una cosa davvero terribile, ormai da anni assistiamo ad una grande moria di api. Ciò rappresenta il campanello di allarme che ci avvisa che quello che stiamo respirando e mangiando è intaccato e ci avvelena poco per volta.
Non dobbiamo rimanere silenti di fronte a questo evento, ognuno faccia qualcosa, scegliere di coltivare e mangiare biologico fa una grande differenza, apparentemente costa un pò di più, ma i dazi che stiamo pagando per l’agricoltura intensiva sono più alti di quanto immaginiamo, in tutti i sensi!
Ogni giorno muoiono moltissime api, e le cause sono molteplici: inquinamento (fabbriche, inceneritori, auto), virus, varroa (parassita), veleni (insetticidi ed erbicidi), ogm (mais, soia, grano), fino alle radiofrequenze che disorientano le api che poi faticano a ritrovare la strada di casa.
Se ci soffermassimo ad osservare ciò che sta accadendo loro, comprenderemmo anche ciò che sta accadendo a noi, e forse non ne resteremmo così estranei.
Non posso restare inerme di fronte a questo fenomeno terribile.
Il fenomeno, scientificamente, è chiamato “disturbo da collasso dell’alveare”; esso è dovuto soprattutto ai pesticidi a base di prodotti di sintesi affini alla nicotina, provocano paralisi e morte degli insetti. Questi prodotti vengono utilizzati soprattutto per produrre mais e barbabietola da zucchero. Se le api ingeriscono questi veleni muoiono in 2-10’ o in 20-40’ se ne vengono a contatto.
Il mio terrazzo è pieno di api morte, è capitato anche nel vostro? Se ciò è accaduto, vuole dire che questi veleni sono vicinissimi alle nostre case!
Occorre informarsi, e sapere che dietro ad un “semplice spruzzo” si cela la presenza o l’assenza di una specie di vitale importanza, e se i prossimi fossimo noi?
Come posso passare sopra a questa situazione?
Dopo aver letto il libro “Il dilemma dell’onnivoro” il tema mi è apparso serio; occorre tener conto di molteplici connotazioni, non si può più rimanere sordi e ignorare.
Siamo davanti a gravi danni subiti dall’ecosistema, indietro non possiamo tornare, ma ora occorre più che mai porre attenzione e compiere delle scelte.
C’è chi sostiene, che se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo resterebbero quattro anni di vita!
Se venissero a mancare le api, verrebbe a mancare l’impollinazione, niente più piante, niente fotosintesi clorofilliana, più deserto, meno pioggia.
Cosa possiamo fare? Ognuno di noi cominci col porsi delle domande, ognuno nel proprio “piccolo” può cominciare ad apportare un cambiamento.
Il cambiamento comincia da noi, insieme possiamo essere come la piccola grande famiglia delle api.
Articolo scritto per il mensile Vivere Sostenibile del mese di luglio-agosto 2017