La portulaca è un’erba davvero sorprendente.
Pensando alla portulaca, mi sorge subito una domanda, ma la portulaca, viene chiamata “erba porcellina” per le sue qualità nutritive, o perchè è grassa e generosa? Chissà..
Comincio col raccontarvi che la portulaca è un’erba spontanea che cresce intorno a noi in maniera molto generosa e copiosa. Chissà quante volte l’abbiamo incontrata senza sapere che fosse lei. Ma è inutile ritornare su questo mio pensiero, son fin troppe le erbe e le piante che incontriamo di cui non sappiamo proprio nulla o assai poco. Ma io sto scrivendo qui apposta per raccontarvi delle mie amiche verdi.
La bella portulaca è’ facilmente reperibile in campagna, ma anche in città dove mi è capitato di vederla ricoprire interi marciapiedi.
Viene considerata infestante per la sua diffusione in orti e giardini.
Negl’orti dove può ricevere acqua, cresce carnosa e gonfia. È bellissima.
È un’ erba grassa, e per le sue molteplici proprietà nutritive viene chiamata amabilmente porcellina o porcellana, erba dei porci o porcacchia. Mi è stato raccontato che viene chiamata anche “erba fratesca” dato che veniva donata ai frati mendicanti. Linneo, per il modo in cui si apre il frutto contenente i semi, l’ha chiamata “Portulaca oleracea”. Portula significa piccola porta, Oleacea pianta coltivata. Ciò è molto interessante, ci svela che un tempo la portulaca veniva coltivata, e quindi in passato era parte del nostro “paniere” alimentare.
Da qualche anno è diventata una star nell’ambiente spontaneo, forse per le recenti pubblicazioni inerenti le sue notevoli proprietà nutrizionali e medicamentose, o perché gira voce che Gandhi abbia detto che grazie a lei sarebbe possibile debellare la fame nel mondo.
Questa “super erba” è diffusa ovunque, e la si può coltivare anche su terrazzi e balconi. Potreste essere fortunati e riceverne in dono qualche semino dagli amici uccellini che vivono con noi in città e si nutrono degl’abbondanti semi che la portulaca è in grado di produrre. Mi è capitato che ne “seminassero” alcuni nei vasi del mio terrazzo. Potete immaginare la mia gioia quando ho visto la portulaca prosperare tra le mie piante. Cespi che si aprono a raggiera, ricchi di fusti crussolenti adornati da piccole foglioline allungate dall’intenso colore verde e dalla consistenza carnosa, e tanti piccoli fiori di colore giallo che possono variare sul rosso, che quando diverranno frutto saranno pieni zeppi di piccolissimi semi.
Sul banco ortolano delle mie care amiche dell’associazione “SemiLune”, le ragazze che per settembre organizzano la festa “Erbacce&Dintorni” a Bracciano, ho potuto notare che vendono anche la portulaca assieme alle verdure da loro coltivate. E le persone la richiedono con golosità.
Credo che tutti conosciamo di vista quest’erba straordinaria, forse però non la conosciamo per nome. Cominciamo con il porre attenzione a quei cespuglietti verdi che crescono ovunque fra le crepe dei marciapiedi o ai margini delle strade che calpestiamo distrattamente ogni giorno. Insieme, stiamo andando alla scoperta del vasto mondo delle piante mangerecce, oggi tocca alla portulaca.
Data la ricchezza di acqua biologica, potassio, magnesio e vitamina C della portulaca, e al fatto che ci mette giorni, a volte anche settimane, ad appassire, in passato veniva utilizzata dai marinai come pianta antiscorbuto molto preziosa durante i periodi lunghi di imbarco e navigazione.
Il popolo per alcune cose mantiene viva la memoria. E la portulaca in questo viene in aiuto. Difatti da recenti studi è emerso che la portulaca sia il vegetale più ricco omega 3 e Vit C, entrambi preziosissimi per la memoria, l’orientamento spazio-temporale, l’attenzione, la fluidità di parola e la velocità di elaborazione dei dati. Dato che questa “erbetta” migliora le nostre performance mentali, può rappresentare una mano santa per chi non mangia il pesce come me, perché mangiando questa pianta, riceveremo la quantità di omega 3 necessaria per la salute del nostro organismo.
Ha proprietà diuretiche, depurative, dissetanti e anti-diabetiche . Viene utilizzata anche come rimedio naturale per contrastare disturbi come diarrea e vomito; e con impacchi realizzati con le foglie si possono trattare eczemi, dermatiti e punture di insetti. Essendo una mucillaginosa, al pari della malva e dell’altea è utile in caso di tosse, bronchiti e febbri. Ma, anche in casi di infiammazione intestinale ed infezioni urinarie. La fitoterapia ne esalta la sua azione vermifuga, diuretica, rinfrescante e depurativa. Una piccola grande pianta, e io la adoro!
Fra tutte le “malerbe cittadine”, la portulaca è probabilmente una tra le erbe mangerecce più conosciute. Tutte le sue parti sono commestibili: foglie, fiori, semi e fusti. Il suo sapore salato e acidulo, la rendono pregiata da mangiare. La trovo ottima aggiunta ad una insalata mista:
1- Essendo una succulenta è adatta per la preparazione di un insalata estiva dissetante. Si aggiungono le foglioline di portulaca ben lavate a un’insalata di pomodori, cetrioli e cipolle rosse. Insalata che vi consiglio di condire con un trito di capperi, origano e basilico freschi, e un dressing a base di olio evo, un pizzico di sale di Cervia e il succo di un limone bio.
2- Un’altra insalata golosa potrebbe essere composta da pomodori multicolor tagliati a pezzettini e ingentiliti con grani di pannocchia fresca, sbollentata, salata e sgranata, olive taggiasche denocciolate, un trito di basilico fresco e nocciole tostate e la croccante portulaca. Provate questa composizione condita con olio, sale fino integrale e limone, o acidulato di humebosci.
Gnocchetti alla portulaca: passate con lo schiacciapatate le patate che avrete avuto cura di cuocere in acqua salata. Tritate finemente le foglioline di portulaca che avrete lavato, unitele alla purea lasciata intiepidire, un filo di olio evo, sale a vostro gusto e poi aggiungete farina a piacere, ovvero, fino ad ottenere la consistenza dell’impasto che vi piace per formare poi gli gnocchi. L’uovo è facoltativo, la mucillagine della portulaca fa già da collante. Impastate fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo, dal quale otterrete i bastoncini che tagliati, diverranno gnocchetti. Io amo talmente tanto gli gnocchi, che quando li faccio, ne conservo sempre un po’ in freezer in maniera da averne sempre una porzioncina a disposizione. Una volta cotti in acqua salata, si scolano (in pochi minuti salgano a galla), e si saltano in padella con un sughetto fresco di pomodoro e basilico, o scalogno e noci, oppure gustateli con il pesto dell’Erbana.
C’è chi utilizza la portulaca ridotta in crema spalmabile, io personalmente non la amo conciata così, perché la sua ricchezza di mucillagine per i miei gusti la rende troppo “gel-osa” e flaccida. L’ho anche provata passata all’estrattore, ma vi assicuro che il risultato era davvero troppo colloso..
Se avete avuto l’accortezza di serbarne i piccolissimi semi, potete utilizzarli interi oppure macinati, aggiunti all’impasto del pane o al gomasio per renderli ancor più saporiti e nutrienti.
Da tenere ben a mente è il fatto che quest’erba va utilizzata cruda se vogliamo trarne vantaggio. Così le vitamine e i sali minerali restano inalterati, mentre con la cottura andranno distrutti.
Se avete tempo da dedicare alle provviste invernali, potreste pensare di creare un agro di foglie e rametti più teneri di portulaca da conservare sottoaceto o in salamoia. In estate, la portulaca è talmente diffusa che vi consiglio di mangiarne copiosamente, in inverno, invece, potrete gustarla aggiunta ad antipasti o contorni, se avrete avuto l’accortezza di prepararla da mettere in dispensa con gli eccessi dell’orto: conserve, marmellate, sottaceti, fermentati, oli, verdure e frutta secca, ecc.
Madre Natura si prende cura di noi con la sua bellezza e la sua ricchezza, ricambiamo prestandole attenzione e cura, ciò benedirà noi e Lei.
Bene, siam giunti alla fine, “stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che io ho detto la mia” . Così diceva la mia nonna Tecla, mia maestra d’erbe e di Vita.
Vi abbraccio forte, Beatrice Calia, l’Erbana.
Articolo scrito per Rock&Food