Parole, porre attenzione a come le usiamo ci può aiutare a divenire migliori.
I condizionamenti e le abitudini molto spesso ci guidano nel nostro quotidiano portandoci ad utilizzare parole, frasi, modi di dire che, senza che ce ne accorgiamo, innescano in noi modalità poco carine.
![](https://beatricecalia.it/wp-content/uploads/2017/09/parole-che-probabilmente-sbagliamo-orig-1_main.jpg)
Pensare alle parole
C’è chi ripete, senza prestarvi attenzione, frasi tipo:
- Mi fai morire
- Mi fai impazzire
- Mi rompe il..
- Mi sta su..
Frasi che di per sé appaiono innocue, ma se entriamo nel dettaglio ci accorgiamo che il loro significato non è poi così innocuo.
Noi siamo fatti di acqua, e l’acqua si carica delle vibrazioni e delle qualità di tutto ciò con cui entra in contatto. E, allora, perché non utilizzare affermazioni tipo:
- Mi piace molto
- Voglio vivere per goderne ancora
- Bello da vivere
- Mi nutre
- Mi appaga molto
Comprendere che ciò che non ci piace ci sta mostrando qualcosa da migliorare nel nostro quotidiano, prenderne atto e allontanare la situazione sgradevole portando trasformazione nel nostro essere affinchè quella situazione non abbia da ripetersi.
Lo so che questa modalità potrebbe apparirvi faticosa, ma portare attenzione a sé stessi e alle proprie modalità, ci accompagna a conoscerci, a trasformare ciò che possiamo trasformare, ad essere migliori.
E, allora, perché non provare?
![](https://beatricecalia.it/wp-content/uploads/2017/09/bollicine.jpg)
Una miriade di parole che rimane nell’aria, in noi e attorno a noi
Intanto vi invito a prestare attenzione a quante volte nella vostra giornata ripetete affermazioni o negazioni che potrebbero essere comandi di “distruzione”. Sappiate che ogni cellula del nostro corpo è in ascolto e a volte segue alla lettera ciò che diciamo e ciò che pensiamo, quindi io ci sto attenta.
Le persone che frequento nel mio quotidiano, sanno, che quando capita che in mia presenza utilizzano affermazioni di questo genere, io gli e lo faccio notare, e allora, esse stesse si correggono, accorgendosi della loro modalità di disattenzione, di abitudine, nell’emettere parole che hanno un significato ben preciso e che sono diventate invece un intercalare, un’esclamazione che dovrebbe essere di gaudio e invece lavora a livello sottile in noi e attorno a noi, senza che ce ne accorgiamo, o meglio, senza che ci accorgiamo che i fautori di alcuni nostri malesseri siamo noi e ciò che inavvertitamente o con non curanza esprimiamo.
D’altronde non è scritto “all’inizio era il Verbo, e fu sera e fu mattina..”. Il verbo, la parola, la vibrazione, sono atti creatori, la parola crea, la parola distrugge. Quindi amici cari, vi esorto a prestare attenzione a ciò che entra in voi, ma anche a ciò che esce, parola in primis, perché la parola ha un valore e crea.
La parola è apportatrice di bellezza e di armonia. Creiamo bellezza in noi e intorno a noi con le parole.
C’è una bellissima storia a proposito della parola, che voglio condividere con voi.
![](https://beatricecalia.it/wp-content/uploads/2017/09/tavoletta.jpg)
Piantare i chiodi e accorgersi delle nostre modalità
C’era una volta un uomo che faceva arrabbiare tutti e a tutti arrecava dolore con misfatti e insulti. Un giorno l’uomo cominciò a capire il male che stava facendo e ne provò dolore anch’esso. Ciò lo spronò nel decidere di diventare un uomo migliore. Incontrò un maestro e gli disse: “Maestro come posso fare per diventare migliore?”, e il saggio gli disse: “Prendi questa tavoletta di legno, e ogni volta che fai un’azione che crea dolore a qualcuno, prendi un martello e pianta un chiodo nella tavoletta”. L’uomo, all’inizio, fu un po’ sorpreso da questo consiglio, poi però fece come gli disse il saggio. Nonostante le sue buone intenzioni, i chiodi nella tavoletta furono molti! Man mano che l’uomo gli prestava attenzione, cominciava a diminuire la frequenza con cui l’uomo piantava chiodi, fino ad arrivare al giorno in cui non ne mise neppure uno!Andò dal maestro e disse: “ Finalmente non faccio più cattive azioni, ma ancora non mi sento a posto.”, e il maestro disse “Bene, ora comincia a vivere prestando attenzione a ciò che fai per gli altri, abbi cura di te stesso e di coloro che incontri. Poi prendi la tua tavoletta piena di chiodi e con questo cacciavite comincia a togliere tutti i chiodi che hai messo”, e l’uomo così fece.
Ci volle un po’ di tempo, ma i chiodi furono tutti rimossi, e quando l’uomo tornò dal maestro, il saggio gli chiese: “Cosa noti?”, e l’uomo rispose “Bè, ora al posto dei chiodi ci sono tanti buchi!” e il saggio “Ecco, quello è il male che hai causato, a volte non basta non fare cattive azioni per sentirci buoni, dovremmo cominciare a togliere i “chiodi” dalla nostra tavoletta e vedere quanto profondi sono i “buchi lasciati”, a volte capita che il tempo otturi quei buchi, altre volte quei buchi sono talmente profondi che nemmeno il tempo riesce a chiudere, e altre volte ancora lasciamo lì quei chiodi senza volerli rimuovere”.
Tutto è collegato, e occorre prestare attenzione alle parole, alle azioni, a ciò che pensiamo.
Sono fermamente convinta che l’attenzione verso il cibo e la sostenibilità siano elementi importantissimi del nostro vivere, ma anche ciò che siamo e ciò che esprimiamo ha un peso o una leggerezza importante.
Vi abbraccio forte, abbiate cura di voi e sperimentate sempre.
un basen dall’Erbana.